domenica 22 giugno 2008

Tocca il ferro finché è caldo

Sebbene il trionfo della giornata sia senza dubbio l'aver stirato tre pezzi che avevo lavato due settimane fa e che avevano avuto poi due giorni di tempo per asciugarsi negletti nella lavatrice, questa giornata mi rimarrà impressa per il concerto di Dianne Reeves, che avevo scoperto due settimane fa.

Che dire? dovrei essere abituato al fatto che le registrazioni sono così taroccate che quando vai ad un concerto dal vivo (quando è dal vivo) a stento riconosci il brano e i musicisti.
E infatti è un po' quello mi aspettavo. E invece posso certificare che Dianne Reeves esiste, ha una voce molto piacevole e piuttosto estesa, anche se forse non quanto, verso l'alto, i mostri sacri del ruolo, la sa controllare e farne ciò che vuole, prende le note con estrema precisione e, in cima a tutto questo, ha una capacità di improvvisazione eccezionale e si diverte a cantare.
Così si vedono ella ed il suo quartetto (chitarra, basso e tastiere si alternano tra acustici ed elettrici, oltre alle percussioni) ridere e gioire mentre suonano, improvvisano e dialogano, e questa eccitazione collettiva dei musicisti è propagata in maniera naturale al pubblico.
La capacità di improvvisare le consente poi di passare da un brano alla presentazione del successivo, al medesimo, allo scherzare con il pubblico, al presentare gli altri musicisti, cantando senza soluzione di continuità.

Purtroppo per un qualche motivo incomprensibile ed ingiustificabile non ho portato la macchina fotografica, e quindi niente foto. Aggiungo solo che ho trovato una cantante jazz straordinaria. Non è del calibro di Ella, ma ci sta lavorando, e non ci si deve fidare delle fotografie ufficiali o di repertorio...

Il 26 luglio a Siena ci sarà del Jazz.

Per il resto, il Ravinia Festival si tiene in un auditorium coperto ma all'aperto collocato in mezzo ad un parco piuttosto isolato; chi vuole può invece di acquistare un biglietto nell'auditorium comprare solo un ingresso, sedersi sulla pieghevole che si è portato da casa e ascoltare la musica dai diffusori appesi agli alberi, sempre che non piova. E non sarebbe corretto non citare che il concerto vedeva Reeves come “spalla” dei Manhattan Transfer.

domenica 15 giugno 2008

Un po' di corsa...

... va bene, ma si può poi passare il doppio del tempo sotto la doccia nel tentativo di recuperare i sensi e la voglia di vivere?

lunedì 9 giugno 2008

Blues

Riley B. &dlquo;B.B.” King

sabato 7 giugno 2008

Calendari ambulanti

Secondo giorno del festival, questa volta sono arrivato veramente tardi... si intestardiscono che devo lavorare, oh!
Così ho sentito solo il concerto principale. Oggi il palco era sempre affollato, in principio da un'ottima banda con ottoni, tastiera e tutti gli altri crismi inclusa una voce femminile, a cui poi sono seguite compagini più ristrette; è stato un continuo avvicendamento di artisti, titolari, ospiti e comparse. E le voci femminili non sono mancate per tutto il concerto, fino all'epilogo con Koko Taylor. L'armonica ha avuto la sua rivincita in un musicista più anonimo ma decisamente apprezzabile.
E tra un gruppo e l'altro un uomo asseriva che questo è il più grande festival blues gratuito del mondo, con la più lunga lista di sponsor, che andava immediatamente ad elencare, perché in fondo «è sempre meglio che pagare».

Blasts From The Past con Cicero «un uomo in pigiama» Blake

La cosa più bizzarra era osservare, a lato sul palco, al posto della canonica cubista una persona che mimava il testo delle canzoni e le parole degli artisti ed organizzatori con il linguaggio dei muti. Molto sensibile, ma mi chiedo quale sordo andrebbe a vedere un concerto, e perché. Peraltro nel bel mezzo dell'enunciazione degli sponsor l'organizzatore di cui sopra si è rivolto a lui chiedendogli: «mi spieghi come fai “Mississipi”». La risposta, per inciso, era «MS», in sigla.

La soddisfazione e la sorpresa più grande, però, è stata durante il viaggio di ritorno, nel quale la radio WFMT mi ha viziato con una monografia su Dianne Reeves (assaggi su YouTube), cantante dalla voce ed interpretazione magnifica e che, una volta tanto, è non solo viva, ma anche praticante e se non nel fiore, almeno nel pieno dell'attività. Sarà a Siena a fine Luglio, ed è un'ottima scusa per visitare la città o per sentire lei, a seconda dei punti di vista. Per quanto mi riguarda, canterà tra due settimane al solito Ravinia festival (quello dove un paio d'anni fa si alternavano sul palco B.B. King, Buddy Guy e io invece prendevo un aereo per tornare a casa) e tenterà di offrirmi un po' di beatitudine, spero di accettare.

Il titolo è ispirato alla maglia di un tizio che riportava gli artisti che parteciparono al Crossroad Guitar Festival nel 2007; Wikipedia scrive che 28000 biglietti andarono venduti in 22 minuti: non so se ci credo ma sinceramente non ne sarei sorpreso...

venerdì 6 giugno 2008

The Blues is all around

Tanto ci è voluto per convincermi ad alzare le chiappe, prendere congedo dal lavoro e guidare fino alla windy city: in questi giorni a Chicago si tiene un evento...

Un ingresso del Chicago Blues Festival, orrendamente compresso dalla bassa qualità delle anteprime di Blogger

Se mai qualcuno sentisse la necessità di nominare la capitale del Blues, la risposta sarebbe scontata; Chicago prende abbastanza sul serio questo implicito ruolo e dedica la 25a edizione del Chicago Blues Festival ad un celebre musicista morto 25 anni fa, pochi mesi prima del primo festival.

Caldo da agosto torinese, umidità da agosto torinese, atmosfera da concerto (posso solo esprimerlo scrivendo che la gente è contenta di essere lì), il vento è made in Chicago™; l'accesso è gratuito, mentre per l'occasione il parcheggio più vicino costa 20$ al giorno. In cinque o sei punti del parco centrale della città gruppi di musicisti suonano in contemporanea. Puoi trovare il gruppo di tre (chitarra, basso, batteria, ma anche invece chitarra, basso-tuba e tastiera) o una formazione più ricca, chi suona quasi acustico, chi chitarra in stile slide e armonica.

Diamond Jim Greene suonava in un palchetto chiamato «Maxwell Street Corner&raquo di fronte ad una ventina di persone

La giornata è stata chiusa da un concerto di un'ora di Johnny Winter, per i miei gusti troppo lontano dal blues classico ma in fondo nessuno me l'ha chiesto e comunque va bene così. Ad accompagnarlo sul palco, nota dolente della serata, ci sarebbe dovuta essere l'armonica di James Cotton. Il dolore è perché in effetti ha suonato per soli due pezzi in tutto il concerto e non ha neppure allora trovato molto spazio; forse, al di là dell'operazione di far “suonare assieme” due dei musicisti che accompagnarono il dedicatario del festival, una formazione con Winter, un basso e una batteria non sono i compagni ideali per la sua armonica.

Pur avendo tentato di monopolizzare una delle fontanelle del parco, tornato a casa il mio stomaco e la mia bocca imploravano acqua. Ho bisecato spremuto e bevuto due arance, ma il mio stomaco e la mia bocca insistevano. Ho rilanciato di un bicchiere di succo chimico di arancia (non è la stessa cosa...), ma il mio stomaco chiedeva timidamente di più e la mia bocca reclamava liquido. Ho concluso con un bicchiere d'acqua, il mio stomaco ha detto «Basta, grazie» e la mia bocca a continuato a reclamare.
Sospetto un legame col fatto che avevo appena portato a casa diversi litri di birra...