martedì 25 novembre 2008

In principio era il gamberetto

La patatina è però la meta naturale, all'insegna del COOU.

E così il contorno ad un «veggie burger», un medaglione di materia vegetale assortita e plastica, si guadagna il suo posto del mio stomaco, che non ha ancora lasciato dopo oltre nove ore.

Per riprendermi da una intensa discesa nel Bel Paese ho optato, venerdì sera, per l'ignorare la proiezione di un mai visto «Cinema Paradiso di Giusepe Tranantore» (secondo l'e-mail che lo annunciava) a favore di un concerto al solito Buddy Guy's Legends.

Sono stato accolto da Diamond Jim Greene, che in compagnia di una delle sue tre chitarre ripercorreva il blues del delta. Finita l'esibizione, in cambio di un piatto di lenticchie mi ha regalato un suo CD, che non avevo alcuna intenzione di acquistare, e mi ha detto che se trovo qualche ingaggio in Italia poi dividiamo. Sembrava persino serio! E per questo sono qui a fargli un po' di pubblicità. Chiacchierando, mi dice che la gente nel locale non è lì per vedere lui, ma quello (indica la banda di Dave Specter sul palco), o Kenny Neal (e mi chiedo se abbia notato il mio imbarazzo, visto che io ricado esattamente in tale categoria), che avrebbe suonato subito dopo, ma così si fa conoscere e poi in posti come il Legends, non enormi e con pubblico attento, anche se non si fanno palate di soldi si sente l'apprezzamento del pubblico e suonare fa più piacere. Quando gli dico che non ho mai trovato una città così intessuta di musica come Chicago, mi dice di provare a Memphis. 800 km... mica una brutta idea! E perché ne parlo? perché mi ha regalato il CD, ovviamente, e poi perché meriterebbe fama, cui peraltro io non posso certo contribuire. Non è la reincarnazione di Hendrix né una sorpresa come lo fu per me Eric Bibb (ma neanche da lontano), “solo” un bravo musicista blues.

Per quanto riguarda le filastrocche, invece... vediamo un po'.
Neve di mattina, il lavoro si avvicina, accompagnare all'aeroporto un amico è uno sconforto.
L'Illinois è in pianura: muta cèlere temperatura, sole, nuvole e neve, vento forte e pioggia lieve si contendono il cielo. Al pomeriggio non un velo adorna il bel ciel sereno.
Freno e gas, gas e freno, di ritorno dall'aeroporto, ancora presto, ma il dì è corto, il sole basso gli occhi offende e rischio (ripetutamente) un gran botto e un incidente.
Invece niente, è un miracolo, che fa rima con ricettacolo, la memoria va al risotto, al fritto misto, al cosciotto. Altro che l'olio del gamberetto! Ho chiuso il cerchio; vado a letto.

venerdì 21 novembre 2008

Neve di sera...

bel tempo si spera;
chi fuori assidera, un tetto desidera, un letto sogna, del calore agogna.
Per chi è all'interno, non arriva l'inverno; col riscaldamento ad aria, la temperatura varia di stanza in stanza, ma è caldo abbastanza;
ogni tocco, ogni mossa, ti becchi una scossa di elettricità statica, ma stai bene, in pratica.
Così fa il motto; la pianto: ho rotto.