mercoledì 6 maggio 2009

Denver, CO

Quando la si scorge da un'aereo, viene in mente la “realtà virtuale” degli ambiziosi simulatori di volo degli anni `90: un piano sterminato di superfici e colori ripetuti all'infinito, qualche solido che lo staglia candido e un orizzonte seghettato di montagne. Lascia quasi sorpresi non vedere i quadrettoni pezzare il terreno più prossimo.

Passeggiata per un paio d'ore, la città non può mostrare tanto di sé. Se si fa caso alle capitali degli Stati Uniti, probabilmente si rimane sorpresi: le città che conosciamo di più grazie ai film sono le più popolose, ma il più delle volte non assurgono al luogo di capitale: Chicago non è capitale dell'Illinois, Portland non è capitale né del Maine né dell'Oregon, pur essendo «Portland» il nome delle due città più grandi dei detti Stati, New York City non è capitale dello Stato di New York e Kansas City non è né in Kansas, né in Arkansas. Il Colorado è più onesto, e Denver ne è la capitale — e la città più popolosa. Prevedibilmente, quindi, abbastanza in centro vi si trova una collinetta con in cima un edificio (neo)classico che riporta alla mente l'integerrimità dei Romani e l'inviolabilità della legge.

La collina capitolina. I manifestanti espongono uno striscione «Free our weed»...

Sulle scalinate, un gruppo di manifestanti che reclamano libertà e che forse danno per scontata quella che già hanno che permetterà loro di dormire nel loro letto anche quella notte e le successive. Colonne, cupola, grattacieli... noia? Eppure i grattacieli hanno ognuno il loro stile (come a Chicago, ma ce ne sono molti meno) e dalle parti della zona musei l'architettura si fa veramente ardita.

Il Museo dell'Arte in alcuni dei suoi diversi edifici

Purtroppo la mendace macchina fotografica, che a casa mi aveva sperguirato di essere carica come una molla, si rivela carica di livore e falsità e inizia subito a frignare di volersi spegnere. Addio quindi alla foto del mandriano che tenta di domare, montandolo, uno stallone, statua che soffre e si ribella all'immobilità, opposta in un giardino a quella di un nativo.

E, per la cronaca, la United Airlines è riuscita a perdermi una valigia dopo che io stesso l'avevo portata sull'aereo. Professionismo e dedizione.

Voglio segnalare un artista di strada il cui contributo si trova nei pressi del museo: purtroppo ho un po' sbagliato la foto e non si nota che la glassa del muffin è completamente intonata all'oggetto infisso in esso. Capolavoro.

Energia viola