sabato 2 gennaio 2010

Nuovo anno

E anche considerare nuove prospettive.

Un dottorando dallo Sri Lanka che mi dice che il 25 dicembre non è particolarmente speciale per lui, che senso ha festeggiare essendo soli? Ma passerà “due o tre ore” a parlare a sua moglie, ancora a Ceylon.

O una che torna dai suoi parenti a Taipei perché qui è periodo di vacanza, passerà l'istante festivo in aereo e se la Nippon Airlines ha calcolato bene la rotta risparmieranno lo Champagne saltando da un fuso orario all'altro, dalle 23:30 direttamente alle 0:30, e a mezz'ora dall'evento chi se lo ricorda più?
E comunque il capodanno cinese cade da qualche parte tra gennaio e febbraio, e infine neanche va matta per i cibi tipici dell'occasione.

Io con amici italiani, capitato nell'unico posto che siamo (= sono) riusciti a trovare disponibile il giorno prima, un ristorante il cui nome «Italiasia» promette eclettismo; posto sinceramente mesto, al 15º piano dello stesso Holiday Inn che mi ospitò per la prima volta a Chicago quando ancora non speravo che l'avrei mai rivista.

L'interno dell'Holiday inn; se il collegamento diventasse irraggiungibile, fatemelo notare...

In un edificio di pianta quadrata di 50 metri di lato, l'albergo occupa dal 15º al 23º piano; un'agora che si estende per almeno 30 metri e 7 piani fa dimenticare di essere a 40 metri dal livello della strada superiore (in quella zone Chicago è un po' strana e ha strade che si sviluppano sopra altre strade). La vista sarebbe piuttosto bella, ma non ci sono finestre visibili dal ristorante. E così, seduti alle 21 circa, mezz'ora per ordinare, guadagnamo l'antipasto circa quaranta minuti dopo, l'insalata dopo altrettanti e per le 23:40 ci viene servito il piatto principale; così si brinda tutti con acqua (e per una volta non mi sento reietto) in un attimo di pausa quando qualcun altro grida un conto alla rovescia. Estremamente anticlimatico, ma non me ne calse mai né poco né punto, e intimo, perché gli altri avventori sembravano quasi spaventati all'idea di far rumore.

E, altre prospettive, dialogo surreale di un trio alticcio che ci si avvicina a fine cena chiedendoci se possiamo fare loro una foto; con la nostra macchina fotografica; e per noi stessi, visto che a loro non interessa veramente averne una copia. Interrogato, il più sobrio del trio ci dice che viene dall'Ohio e che è la terza volta che lo fa... immaginiamo intenda il terzo capodanno in un giorno, e l'aspetto esausto anche se festoso avalla quell'interpretazione e cancella nel contempo da noi ogni possibile traccia di invidia.

Nuovo anno: sento la mia voce imitare quella dei miei amici in auguri a cui il mio cervello si rifiuta di attribuire alcun significato; perché sì, sarei contento se fossero felici, ma così oggi come ieri e due mesi fa. Ma se manifestazione mi è richiesta, adempio, se è necessario sorseggiare vino per celebrare, inghiottisco, se c'è da pronunciare augurii, eseguo.
Quindi: buona camicia a tutti.