giovedì 6 marzo 2008

Testa d'uovo

Oggi, di ritorno a casa, un avviso di mora appeso alla porta: mi sono dimenticato di pagare l'affitto. I furbi mi avessero avvisato prima della scadenza, avrei risparmiato la multa. Ma sono, appunto, furbi.
Per non parlare del fatto che... ma non ne parliamo, va'.

Per consolarmi, uova.

Menu della sera: variazioni sul tema: “l'uovo”

Risultato: è necessario saper cucinare almeno un uovo
Tempo di preparazione: 5 minuti ciascuna

Ingredienti: uovo, prosciutto cotto affumicato, fettina sottile di emmenthal, grana pandana, un po' di sale.

Prima variazione: padellino antiaderente caldo, sale in esso, uovo sbattuto, a tre quarti di cottura ci deposito il ripieno porco/caseario (l'importante è che sia colesterolo), deaderisco a fatica e chiudo a tasca. Senza infamia né lode.
Seconda variazione: padellino antiaderente molto caldo, sale in esso, uovo, a un quarto di cottura provo ad antiaderirlo ma non ne vuole sapere, è tutt'uno con la padella. Tentativo interrotto. Senza lode.
Terza variazione: decido che la colpa è del padellino troppo caldo, quindi lo scaldo meno e gli aggiungo un filo di olio di oliva che male non fa, anche se ha troppo poco colesterolo. Ma un uovo è troppo poco, non riesco a fare la “tasca” di cui sopra; almeno non si attacca. Modesto.
Quarto tentativo: visto che chiaramente il problema è che un uovo è poco, mi appresto a usarne due questa volta, quando un infarto mi stronca.

Cinque uova a pasto possono andare bene per qualche americano o sportivo proteinomane, non per me: io non ci sto, nei pantaloni. Celebro la decisione con un biscotto al burro di arachidi.
Che ingrediente è la grana pandana? È quel formaggio tipico che prima di comprarlo stai bene attento perché tutti sono capaci di mettere del bianco, del rosso e del verde sulla confezione e dartela a bere, ma tu controlli benissimo; e quando poi, a casa, rileggi bene come si chiama pensi: mi hanno fregato. Forse volevano scrivere «gran panzana»? Invece sulla confezione c'è proprio marcato «Grana Padano» ma il tizio del Meijer che scriveva le etichette non era particolarmente attento. Però quando l'ho letta mi sono sentito pollo.

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