sabato 30 aprile 2016

Ora, lo so che aggiornare un blog due volte in meno di un'ora dopo una pausa di tre anni è cattivo gusto. Ma capita che stessi rileggendo vecchi post, ed ho deciso di quantificare in maniera scientifica quanto sono cambiato in otto anni. Quindi...

My pirate name is:
Calico James Bonney

Often indecisive, you can't even choose a favorite color. You're apt to follow wherever the wind blows you, just like Calico Jack Rackham, your namesake. You can be a little bit unpredictable, but a pirate's life is far from full of certainties, so that fits in pretty well. Arr!
Get your own pirate name from piratequiz.com.
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Ed ora passo a trasformare una pausa di tre anni in un'eccezione di un'ora.

Two beer or not two beer

Già che pare che abbia ancora un blog, documentiamo questa esperienza.

I miei amici mi hanno regalato per il compleanno un kit “craft a beer”, perché... be', probabilmente perché mi conoscono:

Kit “craft a beer” (questo collegamento punta al sito originale!)

E dunque, sei mesi dopo vinco la pigrizia mi decido ad incominciare. Il kit è tanto semplice che anch'io lo capisco, e fornisce quasi tutto l'occorrente, esclusa una pentola grande (una per la pasta da 4 litri va bene), una bacinella e, più importante, bottiglie. Qual è il processo? Non sono certo la persona adatta a illustrare i dettagli... la ricetta che forniscono consiste di due fasi: una prima fermentazione della durata di due settimane, seguita da fermentazione in bottiglia per altre due. Ci sono birrifici artigianali sparsi un po' dappertutto e non è stato difficile reperire bottiglie, né sarebbe difficile reperire altro orzo e luppolo. L'unico “problema” è che il kit prepara birra in infornate di 4 litri. Com'è andata a finire?

La realizzazione del sogno

Meglio che nelle migliori attese! Nel senso che è bevibile e, devo ammettere, sfiora il buono. È venuta un po' troppo alcolica, se proprio dobbiamo criticare.

Quindi, detti amici, che si riconoscono nel momento del bisogno, mi aiuteranno anche a risolvere il problema di cui sopra.

Per la prossima volta, si passerà dal fermentatore da un gallone direttamente alla vasca da bagno.

domenica 1 dicembre 2013

Buona pasta

Lo scenario della pasticceria nell'area in cui vivo è deprimente.
I supermercati si limitano tipicamente a muffin, ciambelline e biscotti morbidi, oltre a cose a forma di cornetto che non chiamerò croissant per ragioni ovvie a chi li abbia provati.
Livello di dolcezza esagerato, glassa dappertutto e dai colori impossibili, invasione di cannella.
Ieri ho assistito ad una cliente che rifiutava piccata una torta che aveva ordinato perché il blu della decorazione a richiamo della bandiera statunitense era venuto molto sul verde
(i colori sembravano un po' quelli del Messico...).

Il mio inconscio tradisce questa insoddisfazione e più volte ho sognato pasticcini e brioche; la scoperta di un panettiere messicano in zona è stata una rivelazione, apprezzata anche dai miei colleghi per la maggior parte non americani (Europa, Corea, Taiwan).

A lato di tutto questo, c'è una panetteria giapponese, Pastry House Hippo, all'interno del supermercato Mitsuwa in Arlington Heights.
Questo messaggio è dedicato a loro... È una fortuna che siano ad un'ora di guida da casa mia, o sarei là ogni due giorni (a comprare paste per quattro).

Mela e tartaruga, paste dalla Pastry House Hippo.

La loro pasticceria è esteticamente eccezionale, e pure buona. Il verde della foglia sulla mela è ottenuto con tè verde in polvere (matcha; e lo sai per via del gusto!), e nulla in quella pasticceria è, neanche per sbaglio, blu (ivi inclusa la pasta che richiama Doraemon). Per inciso, il dolce a forma di mela dentro ha... mela. A cubetti. Quello a forma di tartaruga ha... crema al cioccolato. Che sa anche abbastanza di cioccolato. Niente tartaruga...

mercoledì 26 dicembre 2012

Panettone is off the table

Breve messaggio di frustrazione oggi. Il 26 dicembre la vita torna normale, Angelo Caputo riapre e io vo a porgergli i miei omaggi. Per scoprire che nulla è rimasto della montagna di panettoni e pandori ed altre golosità delle quali un mese fa il negozio era ricolmo.

Un commesso che potrei definire geometricamente spesso mi dice: “Li abbiamo finiti ieri.”. Ieri?!? ieri era il giorno di Natale! ieri erano chiusi!! ieri li ho anche chiamati e nessuno ha risposto!!! Già mi immagino chi li ha finiti... (“Il telefono scqu*lla... vui a rispondere... (chomp, chomp)”, “Nu nu, (chomp, chomp), sun scicuru chh h per te...”).

Anatema su di loro, possa l'uvetta diventare indigesta e il burro cagliare nelle loro viscere e la glassa croccante di mandorle e zucchero div... (sniff) diventare floscia e muffa, ecco.

(veramente, non me l'aspettavo; però l'anno scorso il 3 gennaio fu lo stesso)

venerdì 7 settembre 2012

Jocca

Io funziono parecchio a periodi, e uno che sto passando è quello della frutta frullata nel latte. Per ora ho provato mirtilli, fragole, mango, pera, pesca (bianca), avocado (con una punta di miele), banana più un derivato dei semi del cacao (ehm...) e non so più cos'altro. Oggi ne ho provata un'altra: vero ananas con vero latte (in vero vetro):

«Real milk in real glass», verso il basso della bottiglia

Risultato: vera ciofeca!!! È così che scopro cosa sono la bromelina, le proteasi (ma me lo sono già dimenticato) e il meraviglioso mondo della chimica (che fin'ora avevo identificato con una partita a briscola).

Leggendo in giro, ho “imparato” che il caglio è normale (incluso il sapore acido e amaro insieme), che chi lo beve muore in giornata e naturalmente si conoscono personalmente persone che hanno subito tale triste sorte (questa viene da mio cuggino), e che se lo si fa con ananas sciroppato o latte condensato non succede nulla e anzi viene buono.

Altro che agricoltura biologica.

(domani provo con il Fage intero al posto del latte)


lunedì 21 febbraio 2011

Scoprendo l'acqua calda...

Il regolatore di temperatura del mio scaldabagno

Perle di saggezza: «Attenzione: il rischio di scottarsi aumenta con la temperatura dell'acqua».
Mo' me lo segno...

lunedì 1 novembre 2010

Ceffo di basilico

Magari sono io che mi faccio sorprendere facilmente, ma...

Non ricordo foglie di basilico grandi come la mia mano in Italia. E peraltro tale basilico ha anche profumo.

domenica 24 ottobre 2010

Capito, Caputo?

Io: «Vorrei 4 once di mortadella Parmacotto...»
Commesso: «Quant'è in libbre?»

Che d'accordo che quello consuetudinario statunitense è un sistema folle (pari a quello imperiale britannico), ma già che non vogliono passare al decimale, che almeno si studino il loro!

(sì, Angelo Caputo ha anche la mortadella, e il prosciutto e la panna da cucina, che sia benedetto!)