domenica 30 dicembre 2007

Udine

Oggi è la giornata di Udine. Ieri l'altro, quando li ho avvisati che sarei venuto in visita, gli zii mi hanno condannato a disdire il B&B che avevo prenotato, come mia madre aveva vaticinato. La recente operazione della zia di Udine, che a me sembrava un ottimo motivo per risparmiarle le fatiche di chi ospita, non è stata neppure presa in considerazione: la mia venuta ad Udine ammette una ed una sola soluzione reale.

Lo zio mi ha mostrato il centro di Udine, dall'archiettura sobria e di gusto antico. Ha anche cercato di esprimere e comunicarmi un po' di ciò che la gente del posto provò a causa del terremoto del `76, più o meno con questo concetto: «Ognuno perse molte persone che conosceva. Ma la cosa peggiore è perdere il proprio passato.» Se è vero che il passato vive soprattutto nel ricordo, quando a questo ricordo manca del tutto un riscontro nella realtà, esso si svuota. È per questo che abbiamo bisogno di feticci come le fotografie o i souvenir a testimoniare che non ci siamo inventati tutto: ci inventiamo sempre tante cose ma quello no, quello l'abbiamo proprio vissuto. L'annullamento definitivo di tutto il passato deve essere devastante.

Mi ha anche portato a vedere la mia prima partita di pallacanestro, un Udine contro Premiata, perso come da pronostico dai primi. Tutto sommato, è stato bello. Ci sono stati episodi esaltanti e momenti di tensione (sportiva).

Ho un po' il rammarico di non aver trascorso molto tempo con la zia, anche a causa del poco tempo che ho a disposizione in generale.

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