mercoledì 2 gennaio 2008

Verso la partenza

Avendo un po' di tempo prima di ripartire, mi sono seduto sul molo ad assaggiare la bora, a contemplare la superficie increspata dell'acqua e l'orizzonte. Di nuovo osservavo il gianduiotto, o, secondo Claudia, il panettone. Un tempio mariano della Chiesa Romana che si staglia sul profilo delle colline e, ella mi spiegava, appare a sagoma di “M” se visto dall'Istria che fu jugoslava. Doveva ricordare agli italiani al di là del confine la libertà; ora dovrebbe ricordare a quelli al di qua quanto essa sia prostituta e millantatrice.

In un attimo sono a Mestre, dove un uomo diretto a Milano in attesa del mio stesso treno dà in escandescenza al telefono: sul binario dove al solito c'è il nostro, ora ce n'è un altro, sempre per Milano, ma il capotreno, contagiato dal nervosismo del primo, afferma lapidario che ce ne sarà un altro dopo. Così il passeggero sbraita ancora di più al cellulare, e si perde l'annuncio che il nostro treno passa sul binario dall'altro lato della passerella su cui siamo.
Molto metaforico.
Decido che il suo atteggiamento mi è fortemente antipatico e non gli dico nulla. Molto metaforico anche questo, del fatto questa volta che io sono un po' stronzo. Certo non brillo per sentimento cristiano.

Terzo pranzo saltato di fila. In compenso nutro la fiducia che non soccomberò per tale mancanza.

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