domenica 10 agosto 2008

Toro seduto a parlare al cellulare

E chi ha voglia di alzarsi, quando si è in un letto vero? Eppure questa è l'ultima giornata intera qui a Yellowstone, quindi bisogna.
Ma, prima di rientrare nel parco, andiamo ad una specie di mercato ai margini di West Yellowstone, allestito in un polveroso spiazzo con una serie di tende indiane disposte in un ampio circolo. In esposizione ed in vendita sono prodotti di artigianato, da borse di pelle a collanine ad armi d'ossa a cappelli e strumenti musicali, a pelli e ad ossa di animali. Il dubbio mi permea, a volte propendo per trappola per turisti, altre per uno spirito indigeno. Sicuramente gli uomini e le donne nelle tende sembrano avere antenati indigeni.
Osservando le ossa di animali, i trofei e le pelli mi rendo conto di quanto mi sono allontanato dalla vita animale. Sono riuscito a rimuovere la connessione tra la fetta di carne che compro al supermercato e un toro che pascola. Osservando questa gente, mi rivolta la loro attivit&agarve; eppure so che c'è chi la fa per me al posto mio.
E poi si ritorna nel parco: c'è ironia, se si vuole vederla.

Giornata dedicata all'Upper Basin, dove regnano le pozze d'acqua calda. Le fotografie falliscono a descrivere i colori delle rocce e delle acque, le parole non ci provano nemmeno. Il pranzo, comprato questa volta in un supermercato, è consumato in compagnia di un elk femmina e suo figlio. Mentre anche loro pranzano, tranquilli e mantenendo una certa distanza, tiriamo le somme sulle differenze tra cervi, elk e deer, senza veramente venirne a capo e senza che quelli in questione ci vengano in aiuto.

Salendo su una collina che la gran massa di turisti evita (il motivo stante principalmente nel «salendo») ma che è comunque sufficientemente frequentata, arriviamo alla vista per eccellenza della chromatic pool per eccellenza, ultra-fotografata anche da noi.

La Chromatic Pool vista dal basso

Questa è una vista un po' diversa... dal basso.

La stanchezza si fa sentire, ci rifugiamo in uno dei centri-museo dove spiegano il ruolo e gli aspetti degli incendi nel parco (e scopro che i pini non sono per nulla impreparati all'evento, avendo sia pigne normali i cui semi morrebbero con il fuoco, sia pigne ad apertura ritardata che resistono al fuoco per aprirsi l'anno dopo). C'è anche un pannello che illustra le differenze tra lupo e coyote; quella che abbiamo imparato noi è che se lo vedi, è un coyote. Se no, è un lupo, ma potrebbe essere anche un alce.

L'estremo nostro tentativo di rimanere nel parco si esaurisce nella fallita ricerca di un punto nell'altopiano centrale dove avrebbe dovuto esserci un'installazione sul tema degli incendi. Invece la strada si rivela un solco ininterrotto attraverso una distesa di vegetazione troppo alta per vedervi oltre e troppo fitta per addentrarvisi.

Mentre ci dirigiamo all'albergo, la luce fioca del tramonto ci ricorda che non entreremo più nel parco.

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